EVITARE L’INQUADRATURA DA PRINCIPIANTI: L’ARIA IN TESTA
Quello che farebbe un principiante con in mano qualsiasi apparecchio cine-fotografico sarebbe istintivamente mettere la testa di chi parla al centro dell’inquadratura… Ma è sbagliato!
Possiamo usare l’aria per creare un bilanciamento diverso dell’inquadratura e in questo modo conferire un diverso significato alla narrazione.
Ad esempio lasciare molta aria di lato rispetto al soggetto inquadrato, può essere un modo per lasciare spazio alla sua immaginazione, a un momento di riflessione per “gettare avanti lo sguardo”.
Se però lasciamo aria non dal lato dove è diretto lo sguardo, ma dietro, stiamo portando l’attenzione dello spettatore su qualcosa che il protagonista non è in grado di vedere. Può essere una azione che avviene mentre è distratto, o metaforicamente un riferimento al passato, un ricordo o un problema che è “alle spalle” ma che tende a ritornare.
E ancora, se lasciamo molta “aria in testa”, l’occhio inizia ad aspettarsi che in quello spazio lasciato vuoto avvenga qualcosa, ad esempio potrà apparire un altro personaggio come un aggressore nemico, un disco volante… Oppure potrà essere posata una corona, o qualsivoglia elemento.
Infine, se non avviene nulla nell’arco di un paio di secondi, quella percezione comunque è presente e non può essere negata. E il nostro cervello, che è un potente creatore di significati, ci mette la propria interpretazione:
Russel Crowe è alto un metro e 35?
Il Cameraman stava cadendo indietro?
Hanno dimenticato la tigre che arrivava alle sue spalle?
Ecco che un effetto non cercato e non voluto a livello autoriale, rischia di svelare la finzione per qualche secondo e ci fa “uscire dal film”, rendendo forse il tutto un po’ meno bello.
Lo sguardo deve trovarsi sempre
Nel terzo superiore
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